Sottoscrivo in pieno questo appello di Fiorello Cortiana
Gentili Membri del Parlamento Europeo,
La pirateria e la contraffazione causano un grave danno alle economie dell'Unione Europea, La Commissione Europea a questo fine ha proposto una Direttiva contro la contraffazione e la pirateria anche in relazione alle misure penali finalizzate ad assicurare il rispetto dei diritti di proprieta' intellettuale. Le conseguenze e le misure di questa Direttiva avranno a che fare con un ecosistema cognitivo particolare, quale quello della rete digitale interconnessa di internet, che, per sua natura costitutiva, non conosce la condizione di scarsità, consente la condivisione della conoscenza e si configura come una impresa cognitiva collettiva.
In modo avvertito il Consiglio d'Europa nel 2000 ha promosso l"agenda
di Lisbona" affinche' l'Europa possa diventare entro il 2010
"l'economia basata sulla conoscenza piu' competitiva e dinamica del
mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con
nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale".
Nell'economia della conoscenza la condivisione della stessa costituisce
un fattore abilitante, per questo "access" e "openness" sono due dei
quattro punti che l'Onu ha posto al centro del confronto modiale nelle
due sessioni del summit WSIS (summit mondiale sulla societa'
dell'informazione-Ginevra , Tunisi) e nei successivi cinque Forum
annuali IGF (Forum sulla Governance di Internet, Atene'06, Brasilia'07,
ecc.)
Quando pensiamo alle conseguenze della proposta di una direttiva, nel
"primo pilastro" (riguardante le politiche economiche, sociali ed
ambientali della comunita') dobbiamo considerare che essa introduce per
la prima volta misure penali riguardanti il livello minimo della pena
che gli stati membri dovranno recepire con specifico provvedimento
legislativo indipendentemente dalla loro legislazione. con particolare
riferimento al lavoro delle PMI europee (che rappresentano la gran parte del tessuto
economico dell'Unione), é un freno allo sviluppo stesso della nostra
economia .
Perché la possibilità da parte delle aziende, le più grandi in questo
caso, di intervenire direttamente nelle indagini di polizia è qualcosa
che non appartiene ai principi e ai valori sui quali l'Europa e i suoi
stati membri sono stati costruiti, cioè quelli di stato di diritto e
monopolio della forza.
Nella Relazione al Parlamento Europeo della Commissione Giuridica,
accanto all'introduzione di un concetto simile al "Fair Use" per i
contenuti coperti dal diritto d'autore, la distinzione tra uso
commerciale e uso personale dei contenuti scambiati per via digitale
risulta ambigua e contraddetta.
La Convenzione di Strasburgo del 2001, in vigore, sul "cyber-crime"
definisce atti criminali di violazione del copyright quelli commessi
"intenzionalmente, su scala commerciale a mezzo dei sistemi di
computer" così l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) nell'
"Accordo sugli aspetti dei Diritti di Proprieta' Intellettuale
attinenti al Commercio" (TRIPS) all'art.61 prevede sanzioni per " la
contraffazione dei marchi e la pirateria del copyright su scala
commerciale ".
Fino ad ora l'orientamento comunitario e la Direttiva 31 del 2000 sul
commercio elettronico, esplicitamente non equipara lo scambio di
contenuti digitali alla contraffazione e invece sottolinea l'importanza
dell'autoregolamentazione.
Il fatto che una persona possa trarre un vantaggio dallo scambio di contenuti digitali non significa che ne faccia commercio e mercato, la cosa può dare conseguenze penali ai "navigatori" o invece indurre a nuovi modelli commerciali le imprese di contenuti digitali, con particolare riferimento al lavoro delle PMI europee (che rappresentano la gran parte del tessuto economico dell'Unione), é un freno allo sviluppo stesso della nostra economia.
Pirateria e contraffazione sono fenomeni diversi e solo in parte
coincidenti ,certamente possono essere concepite sanzioni penali comuni
contro la contraffazione intesa come produzione e distribuzione in
scala economica e seriale di prodotti falsificati,e ciò risponde anche
ad una fondamentale esigenza di tutela dei consumatori in ambito
europeo, ma tuttavia non si possono sottoporre a sanzione penale in
modo generico e
indiscriminato tutti quei comportamenti che con l'uso delle tecnologie
informatiche di comunicazione possono incidere sul copyright e sui
diritti connessi ,saltando a piè pari una definizione degli atti
penalmente rilevanti come quella ,finora adottata e chiarissima , di
"scala commerciale" ,che ha anche finora costituito il punto di
equilibrio ponderato per l'intervento penale in una materia ed in una
rete di rapporti economici assai delicata .
Sono evidenti e delicatissime le implicazioni esistenti tra scambio interattivo di contenuti digitali ,motivazioni individuali o sociali degli utenti e dei consumatori e rischi per le libertà e la riservatezza in tema di acquisizione e trattamento dei dati personali di traffico e connessione che una formulazione ambigua e generica delle nuove norme renderebbe possibile ,rischi incompatibili con le tendenze di difesa della persona.
Quando nuove tecnologie interattive come il DVB e le future apparecchiature che costituiranno l'evoluzione degli attuali televisori, lettori dvd, impianti Hi-Fi, telefoni cellulari e non, radio digitali, ricevitori satellitari, media center e computer il flusso di informazioni digitali e dei dati personali individuali rischierebbe di essere completamente sottratto al controllo degli utenti finali e qualunque informazione di consumo individuale diventerebbe disponibile in base a quanto previsto o concesso dal detentore dei diritti di proprietà intellettuale mediante una infrastruttura tecnologica pervasiva, pagata dagli utenti finali sia in termini di costi economici che anche e soprattutto in termini di libertà digitali e di accesso alla cultura. Chi controllerà questa struttura disporrà di un potere immenso e senza precedenti nella storia, utilizzabile per qualunque fine non solo commerciale ma anche di controllo politico e culturale.
Proprio alla luce delle questioni oggetto del confronto internazionale la questione della proprieta' intellettuale in relazione alla rete digitale interconnessa internet e delle azioni di pirateria e contraffazione ad essa correlate è urgente attivarsi affinche' nella trattazione della pirateria e della contraffazione a danno della proprieta' intellettuale vengano esplicitamente distinti l'uso commerciale e l'uso personale dei contenuti digitali e che siano chiaramente distinti ambito pubblico e ambito privato nella creazione di "squadre comuni", tra aziende e forze dell'ordine, specificandone il ruolo e le funzioni a garanzia della riservatezza nel trattamento di dati personali di terzi e di imparzialità nelle iniziative di polizia giudiziaria, limitando perciò la presenza di soggetti privati ad una funzione tecnica di ausilio, che ha senso solo con riguardo alla produzione in serie di prodotti contraffatti, ed evitando pericolose e confuse commistioni .
Queste considerazioni rendono efficacie il fine della proposta di
Direttiva per contrastare la pirateria, la contraffazione e la malavita
organizzata ad esse legata, rispettando le finalità dell'"Agenda
diLisbona". Vogliamo promuovere la libera circolazione dei prodotti
dell'ingegno, anche attraverso le nuove forme di scambio rese possibili
dalle tecnologie
informatiche, se prive di fini di lucro, che consideriamo un
fondamentale fattore di libertà, di eguaglianza e di diffusione della
conoscenza.
Per questo vi chiediamo di modificare in modo coerente e senza ambiguità la Proposta di Direttiva che nel testo attuale é un freno allo sviluppo stesso della nostra economia.
Cordialmente,
Sen. Fiorello Cortiana
Comments