Bella discussione, densa, attorno al paper di De Michelis e Fuggetta sull'ICT in Italia e il suo contributo al decollo del Paese. Presenti alla Bicocca, nella definizione di Roberto Masiero: innovatori incalliti over 60 e giovani fiduciosi. Non so i fiduciosi, ma gli incalliti si sono trovati sostanzialmente d'accordo sull'analisi del presente, un po' meno sulle ricette.
Sul presente - Capitani: c'è un gap culturale nel Paese, clase dirigente e imprese non capiscono il valore strategico dell'ICT, i fornitori non li aiutano. La PA spende male e spesso spreca (Batini), le Pmi spendono poco o nulla, l'offerta non è adeguata. Perché le multinazionali vendono commodity e i piccoli - una miriade - riescono a vendere a prezzi troppo bassi e al più vendono servizi, quando non body rental (Galimberti). Le Telco non hanno soldi per investire sulla banda larga (Pileri), Telecom ha troppi debiti e margini in riduzione. Ma le reti non sono arretrate, sono tra le migliori a livello mondiale, l'utilizzo intenso ne dimostra l'insufficienza.
Ricette - Su questo c'è una sorta di di varicazione tra centralisti e localisti, semplificando, per poi convergere. Gli autori richiedono l'intervento del governo a coordinare e governare, progettare al centro per guidare l'esecuzione distribuita, chiedere ciò che serve e controllare l'output dell'utilizzo più che promuovere grandi progetti (Fuggetta); la ricerca e l'industria si devono alleare al Made in Italy accompagnandolo all'eccellenza nell'utilizzo dell'IT (soprattutto nella logistica e informatica organizzativa (De Michelis); finanziare la NGN e dare finanziamenti agli investimenti attraverso la defiscalizzazione e i grant a fondo perduto. Pileri aggiunge che non si può, in questo contesto, lasciare al mercato l'iniziativa.
Dissente inizialmente Masiero, indicando nella focalizzazione sui Paesi emergenti la bussola per crescere e nel focus sulle città digitali in Italia; tutto condito di molto offshoring. Alla fine ammette però che anche lo sviluppo locale deve in qualche modo cercare un coordinamento a lìvello Paese.
L'unico dubbio, nella condivisione con le osservazioni, la stanchezza e la disillusione, ma anche la voglia di mettersi in gioco: Spendiamo poco e male nel privato, molto e malissimo nel pubblico. Chi tiene i cordoni della borsa (Tremonti) non capisce la valenza strategica delle tecnologie. Pileri dice che gli innovatori non sono capaci di far percepire il valore dell'investimento in tecnologie.
Ma ad aggravare le cose abbiamo il secondo debito pubblico al mondo, e ai confini Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo che fanno tremare l'Europa. Davvero dura
Qui trovate il paper, ma forse l'edizione ultima è stata cambiata da Alfonso, che prego di segnalarla
Aggiornamento: è qui