Marco Vitale sul Corriere Milanese invita a prendere atto della presenza della criminalità organizzata in Lombardia, e a reagire. Le istituzioni, che si ritrovano inquinate dalla corruzione (vedi la vicenda della Asl di Pavia), devono vigilare e adottare contromisure. E plaude all'azione dei magistrati, Bocassini in testa. All'onorevole Castelli invece danno fastidio le domande che Saviano si pone: dov'erano i leghisti in questi dieci anni? Invece di inalberarsi, gli esponenti della Lega, ma anche i loro colleghi del Pdl, dovrebbero dare risposte, e magari attivarsi (come sta facendo il loro collega Maroni, al ministero dell'interno).
Stupisce poi la sorpresa e lo scandalo relativo alla prostituzione e alla coca nelle discoteche milanesi. Sono almeno due anni che Garattini, analizzando l'acqua e l'aria milanese, denuncia livelli di presenza di cocaina rilevanti.
Le ragioni del mercato
La scelta della Fiat di spostare alcune produzioni in Serbia ha fatto ri/emergere il peggio da parte di ogni schieramento: politica, sindacato, chiesa, informazione. Mi riconosco nell'articolo di Riotta sul sole24ore:
La questione è: Fiat, chiunque la guidi, come qualunque altra fabbrica, chiunque la guidi, produrrà o no in Italia se, e solo se, le condizioni di mercato lo consentiranno. Anche se Marchionne decidesse "Mirafiori non si tocca", se il governo stanziasse i più pingui sussidi (stroncati presto dall'Europa), se si installassero al Lingotto i soviet più tosti della Fiom, (come ai tempi dell'Officina Sussidiaria Ricambi Osr, reparto ghetto per i comunisti alla Emilio Pugno, ribattezzata Officina Stella Rossa) il risultato non muterebbe.
Si può far finta di essere ancora nel XX° secolo, di vivere in un mondo ideale. ma la realtà incombe. Le strade da percorrere vanno tracciate in modo nuovo. Anche questa è ricerca (dello sviluppo)
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