E' quello che sostiene Carlo Ginzburg, storico e autore di saggi di grande impatto: i Benandanti, Il formaggio e i vermi i suoi più noti. Ma come Menocchio, il mugnaio protagonista eretico di quest'ultimo libro, al momento di andare in pensione, lancia una dura critica contro l'establishment.
Ginzburg infatti sostiene che il livello della ricerca fatta da italiani è di assoluta eccellenza, ma lo è soprattutto da parte di ricercatori presso istituzioni estere. Non nè uno sfogo gratuito, il suo, ma frutto dell'esperienza fatta all'ERC (European Research Council), strumento di promozione della ricerca della Commissione Europea.
A riprova un'altra affermazione di Ginzsburg: il CNRS francese, nei suoi concorsi di fisica matematica ed astronomica, ha assegnato a ricercatori italiani il 35% dei posti disponibili; per la fisica teorica si sale al 70%. Il commento "com'è possibile che un Paese spenda tanti soldi per formare degli specialisti e poi, quand'è il momento di utilizzarli, lascia che vadano via? Uno spreco. E, aggiungo, uno scandalo"
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