Mi è capitato di vedere la puntata di Otto e mezzo di stasera; con Lilli Gruber, Pippo Civati e Sandro Ruotolo. Una bella occasione per capire le posizioni che il PD e la lista di Ingroia intendono rappresentare in questa campagna. Un'occasione perduta, perché la discussione si è incentrata solo sulle questioni di opportunità della presentazione della lista Ingroia, del rischio che il PD non raggiunga la maggioranza in Senato.
Al di là del rifiuto di continuare la politica del governo Monti, che peraltro accomunava i due candidati, non è emersa una ragione - che nonfosse di schieramento - per votare l'una o l'altra lista. E invece sarebbe stato interessante far emergere le posizioni reali dei due, molto più vicine di quanto lo siano quelle di Civati a settori del PD, soprattutto chilometricamente distanti da chi nel PD vorrebbe (voleva) continuare la politica di Monti.
Forse il problema del PD, e del rallentamento della sua corsa, sta proprio in questa divaricazione di posizioni. E il problema di molti elettori, almeno il mio, è capire per che cosa andremo a votare a febbraio. Per continuare la politica del governo Monti, per "correggerla a sinistra" come sostiene qualcuno, o per stravolgere l'inizio di riforme che Monti ha fatto intravvedere.
E se i partiti hanno tutto l'interesse a giocare con l'ambiguità, è il giornalismo che dovrebbe aiutare/rci a fare chiarezza nelle posizioni. E invece l'esercizio si limita a rincorrere la retorica berlusconiana, la bonomia del leader PD, e il caleidoscopio delle posizioni dei comprimari. Tanto il riferimento a temi comuni non c'é, ai problemi del Paese pensano solo le statistiche che di volta in volta ci vengono proprinate.
Mai una domanda del tipo: cosa intende fare in tema di occupazione giovanile, quanti quattrini ritiene siano necessari, come intende trovarli? E via via chiedendo, su ricerca scientifica, politica internazionale, diritti civili. Obiettivi, misure, quattrini, politica. Tutto questo è assente, e a febbraio rischoamo di andare a votare sulla base di preconcetti, fedeltà, simpatie, pulsioni. Senza consapevolezza.
E restiamo un Paese infantile, poco maturo.
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