L'11 ottobre il Cefriel ha celebrato il suo quarto di secolo. Poco o tanto, per un'azienda che accomuna il mondo della ricerca, quello dell'impresa e le istituzioni.
A guidarlo è da anni Alfonso Fuggetta, un ricercatore prestato all'impresa; Alfonso rappresenta la sconfessione della distanza tra università e aziende, non nel senso che questa non esista, ma per ngarne l'ineluttabilità.
A festeggiare il 25ennale c'erano questi ospiti: Franco Bernabè, Francesco Caio, Ilaria Capua, Pietro Guindani, Raffaele Jerusalmi, Pietro Scott Jovane, Daniele Manca, Pietro Palella, Stefano Parisi, Giorgio Rapari, Giuseppe Sala, Giuseppe Sciarrone, Cristina Tajani.
L'attenzione del mondo dell'impresa, della comunicazione e delle istituzioni si spiega con questi accenni nel discorso di Fuggetta: Il CEFRIEL non è stato creato per sviluppare un business come ogni altra azienda che opera sul mercato. Il CEFRIEL è stato creato per essere un elemento di innovazione e sviluppo del territorio, un pizzico di “sale della terra”. Certamente, abbiamo bisogno di risorse finanziarie per esistere, operare, crescere, svilupparci. Dobbiamo remunerare e premiare al meglio le nostre persone. Ma per il centro le risorse economiche sono un mezzo, non il fine. Siamo nati per aiutare il paese a cambiare.
e ancora: Innovare vuol dire cambiare, fare cose nuove. Noi vogliamo essere un luogo dove tecnologia, design e professionalità si incontrano e si incarnano in persone vive, autonome, ricche dentro non solo di nozioni, ma di uno spirito e di un modo di essere e interagire che segna un cambio di passo, che rende possibile veramente “fare cose nuove, utili, belle”.
Se vuoi leggere tutto il suo intervento, lo trovi qui
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