Un libro bello e intelligente. Macchiavelli e la sua storia, le sue riflessioni, i sui luoghi sono l'occasione per guardare l'oggi o il recente passato. Un libro curioso, nel senso della ricerca di senso, e a volte spietato. Da non perdere.
Uno dei tanti passaggi lo trascrivo qui, perché mi ha toccato profondamente:
Quando qualcuno rinfaccia alla mia generazione, o a quella parte che si schierò a sinistra e desiderò fare la rivoluzione, di aver ignorato o, peggio, guradato con simpatia a eventi contemporanei che avrebbero dovuto farci orrore e siscitare la nostra reazione - la Cambogia fu il caso più terribile - ha il gioco facile. Noi lo sappiamo , io lo so. So anche che poche generazioni e pochi individui possono in piena coscienza dirsi di non aver commesso errori, colpe o omissioni simili nelle loro epoche.
Il punto è un altro. Il punrto è chiedersi ogni volta di nuovo quali errori analoghi stiamo commettendo in questo momento. Penso che ne dipenda il nostro modo di affrontare tragedie umane (non so perché dirle umanitarie: umane) che si consumano davanti ai nostri occhi, letteralmente. Perché oggi noi le vediamo dal nostro divano di casa, e non potremmo più dire "non lo sapevo". E siccome le vediamo e giriamo la testa, o nonla giriamo nemmeno, continuiamo a guardare e o muoviamo un dito, abbiamo definitivamente capito che anche quelli che dicevano "non lo sapevamo" - ad Auschwitz, alla Lubjanka, a Nanchino - stanvano mentendo al mondo e a se stessi.
Noi, per mentire al mondo e a noi stessi, e ai nostri posteri, dobbiamo escogitare un'altra frase. Qualcosa come, "Sapevamo, vedevamo tutto, ma che cosa potevamo fare?". Ecco, appunto, che cosa possiamo fare?
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