E' in corso una discussione, mutuata in parte dagli Usa, su una presunta disaffezione al lavoro da parte dei giovani, per cui si ipotizza una Resignation nostrana. Le statistiche sembrano rendere meno drammatica la situazione. Un report della Banca d’Italia osserva che dopo una diminuzione secca delle dimissioni durante il Covid del 2020, nella primavera il fenomeno è cresciuto ma si è posizionato a livelli lievemente superiori a quelli del 2019. Nel terzo trimestre dello scorso anno le dimissioni sono cresciute del 20%, quindi un dato poco più che fisiologico per il nostro mercato del lavoro, tenendo conto dell’arresto dell’anno precedente. Oggi il sole24ore ipotizza un + 31% di dimissioni nei primi 9 mesi del 2001.
Una indagine dell’Aidp (Associazione per la Direzione del Personale) realizzata su circa 600 aziende lo individua come un fenomeno limitato a giovani e impiegati del Nord. Le ragioni principali del cambio di lavoro sono la ripresa del mercato del lavoro (48%), la ricerca di condizioni economiche più favorevoli in altra azienda (47%) e l’aspirazione ad un maggior equilibrio tra vita privata e lavorativa (41%), la ricerca di maggiori opportunità di carriera (38%). I giovani hanno citato la voglia di dare nuovo senso alla vita (25%) e l’abbandono di situazioni con un clima di lavoro negativo. Le debolezze del mercato del lavoro nazionale, accumulate in più di un ventennio, difficilmente fanno pensare a un generalizzato “rifiuto del lavoro”, piuttosto conviene focalizzarsi sulla carenza di politiche attive efficaci e sul disallineamento tra competenze consolidate e l’esigenza di nuove professionalità.
Ma i dati vanno presi sul serio. Sempre sul sole di oggi, Aldo Bonomi, individua una dicotomia e la incarna nella metafora di due carovane nel deserto: "Una che si dismette dal lavoro cercando oasi dove dissetarsi; l’altra che si mette in cammino lasciando la terra della disoccupazione e del precariato continuato. Senza dimenticare i milioni di giovani neet che nemmeno si mettono in marcia. Le due carovane non si incontrano nel mitico mercato del lavoro perché questo si è fatto sabbia nella frammentazione del diamante del lavoro. Diamante sempre più scheggiato e frammentato perché non tiene più assieme senso e reddito".
La prima è alla ricerca di senso, l'altra a quella di reddito, l'insoddisfazione di entrambe non trova un luogo di incontro, di coagulo; una volta era la fabbrica, poi il ceto medio in quanto ascensore sociale. Oggi dice Bonomi il problema è fare società tra "sommersi e salvati, tra chi sta sui flussi degli algoritmi e chi li subisce".
Al di là dell'immaginifico linguaggio del sociologo, occorre ragionare sui mutamenti del contesto sociale, sui luoghi del lavoro e del quotidiano, su politiche che riescano a superare lo straniamento di una generazione che guarda al mondo dei più adulti sentendosene esclusa, ma neanche tanto ansiosa di integrarsi
Ma i dati vanno presi sul serio. Sempre sul sole di oggi, Aldo Bonomi, individua una dicotomia e la incarna nella metafora di due carovane nel deserto: "Una che si dismette dal lavoro cercando oasi dove dissetarsi; l’altra che si mette in cammino lasciando la terra della disoccupazione e del precariato continuato. Senza dimenticare i milioni di giovani neet che nemmeno si mettono in marcia. Le due carovane non si incontrano nel mitico mercato del lavoro perché questo si è fatto sabbia nella frammentazione del diamante del lavoro. Diamante sempre più scheggiato e frammentato perché non tiene più assieme senso e reddito".
La prima è alla ricerca di senso, l'altra a quella di reddito, l'insoddisfazione di entrambe non trova un luogo di incontro, di coagulo; una volta era la fabbrica, poi il ceto medio in quanto ascensore sociale. Oggi dice Bonomi il problema è fare società tra "sommersi e salvati, tra chi sta sui flussi degli algoritmi e chi li subisce".
Al di là dell'immaginifico linguaggio del sociologo, occorre ragionare sui mutamenti del contesto sociale, sui luoghi del lavoro e del quotidiano, su politiche che riescano a superare lo straniamento di una generazione che guarda al mondo dei più adulti sentendosene esclusa, ma neanche tanto ansiosa di integrarsi
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