Tra le tante voci critiche al supporto occidentale all'Ucraina, quella che ha secondo me più senso è quella che attribuisce a Putin il timore dell'accerchiamento da parte della NATO. Non giustifica l'aggressione all'Ucraina, ma ne comprende i motivi e addossa a europei e americani la "leggerezza" nell'incoraggiare l'isolamento. Un intervento di Robert Kagan su Brookings Institution prende in esame questa tesi e la discute. La tesi di Kagan riconosce la sottovalutazione da parte di Usa e europei del sentiment russo, ma ne inficia la motivazione. Kagan sostiene che quello che muove Putin è il timore dell'"egemonia americana" sul piano della potenza politica, che va di pari passo con la sottovalutazione da parte degli stessi americani di questa realtà.
Questa lettura, che mi convince, spiega anche due fatti incontestabili: nessun Paese ex-comintern fa carte false per tornare sotto l'ala di Mosca, anzi i baltici e la Polonia sono i più accaniti contro la Russia; il fallimento del blitzkreig putiniano si deve anche al fatto che le popolazioni che doveva salvare e denazificare si stanno opponendo all'operazione speciale
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