My Chez_Asa

Take the art

La canzone di Glen Hansard per l'Ukraina. Ne parla Christian Rocca su linkiesta.

Qui il testo in italiano:

“Gente, facciamoci coraggio

 Andrà meglio

I nostri mondi si separano

e possono finire in qualsiasi momento 

Non ci sarà nessuna ritirata

Combatteremo fino alla fine 

A lutto e addolorati

avremo motivo di cantare

non ci arrenderemo. 

Facciamoci coraggio

Sarà più facile 

Facciamoci coraggio

E quando la luna è piena sopra Mariupol 

resisterò con tutta la mia forza

per tutti i minuti, per tutte le ore

E quando stanotte il cielo si illumina

sopra tutto il Donbas orientale 

Io aspetto tra le punte piegate dei girasoli 

Facciamoci coraggio

Sarà più facile 

Facciamoci coraggio

Gente, prendiamo posizione 

lo faremo insieme 

anche se sappiamo fin dall’inizio 

che potremmo non rivedere più 

la nostra gloria riflessa

sui venti che si alzano.

Stringiamo un’alleanza

di amici e di innamorati

Combattiamo per vincere

Torna da me, torna da me, torna da me vivo

Non posso vivere in questa terra,

non posso vivere la mia gioventù

mi manca la mia patria,

oh, meravigliosa Crimea.

Torna da me, torna da me, torna da me vivo

Facciamoci coraggio

Sarà più facile

Facciamoci coraggio”.

Perché l'Ucraina resiste

Su Linkiesta Vlodymyr Yermolenco spiega la resistenza Ucraina. "In guerra la gente non muore invano. Si muore sempre per qualcuno. Ogni morte non è più una morte privata. Ogni morte, oltre a renderci tristi, ci rende obbligati. È un inizio e non solo la fine. In guerra capisci che tu oggi non sei morto, perché è morto qualcun altro. Qualcuno ha difeso con la propria vita la tua. Ogni morte crea un legame. Ogni morte ci moltiplica. Ci arricchisce con i nomi. Ci circondiamo dei nomi dei nostri eroi. Nei nostri giardini diamo i loro nomi alle piante e ai fiori. Vogliamo che questi nomi mettano radici. Che mettano radici nel cielo".

Il giorno più bello della mia vita

Salvo qui il podcast di Mario Calabresi in occasione del 25 aprile. La storia di Piero Corte è bellissima, la salvo qui. Ma ascolta la sua voce, ne vale la pena.

Piero aveva 11 anni e stava giocando nella piazza del paese quando arrivò una macchina di militari tedeschi, in un attimo se lo portarono via. Era il primo aprile del 1944. I nazisti avevano avuto una soffiata: il papà di Piero, Giovanni Battista, staffetta partigiana della Brigata Garibaldi della Valsesia, era sceso in paese a prendere dei documenti; lo volevano catturare e quel bambino era l’unico a sapere dov’era. Doveva tradire suo padre. Settantotto anni dopo, Piero ancora si commuove mentre lo racconta, mentre mi parla del momento che più di ogni altro ha definito la sua vita e le sue scelte.

Qualcosa da ricordare TEDxMilano

Per l'Ucraina, per l'Europa

Bella serata ieri al Pierlombardo, a fianco dell'Ucraina e contro l'aggressione russa. Molti gli interventi che puoi vedere qui sopra. Ho apprezzato in particolare gli interventi di Molinari, Manconi, Aspesi e Lévy. Meno l'insistenza sulla presenza di Repubblica. Bella serata, qui una sintesi degli interventi. Complimenti a Shammah per l'iniziativa

Domande sulla guerra e sulla pace

Una pubblicità delle Coop sui quotidiani italiani

Mauro Ricciardi su il Mulino, segnalato da Luca Sofri via twitter: "Non ci sono dubbi su chi abbia scatenato questa guerra. Ma non possiamo accontentarci di questa certezza. Non possiamo non farci delle domande su quel che sta accadendo, rimettendo in discussione anche molte nostre certezze". Condivido la constatazione che mai le posizioni pacifiste hanno arrestato una guerra.

Sette sguardi sull'Ucraina

ISPI fa un bel servizio sull'Ucraina, pubblicando 7 mappe logiche. Qui sopra quella che mi ha colpito maggiormente e che potrebbe rappresentare il sogno futuro del dittatore russo, un gioco già attivato con la Georgia.
La propaganda russa sul "soccorso alla popolazioni" separatiste filorusse di Lugansk e Donetsk è contraddetta dalla presenza di 150-190.000 soldati russi ai confini ucraini. Sorprende il silenzio dei movimenti per la pace, di fronte a un atto palese di prepotenza e arroganza.

Non serve buttare gli scacchi

Un intervento di Francesco Cundari oggi su linkiesta è da incorniciare. L'autore riflette sulle invettive che la decisione della Corte Costituzionale sull'eutanasia ha sollevato da parte per lo più di sinceri democratici e progressisti. Invettive sui social che si allineano a quelle degli anti-wax, suprematisti bianchi, populisti, sovranisti, insomma l'insieme degli isti intolleranti che popolano i social. 
La riflessione di Cundari spinge a considerare le opposizioni e contrapposizioni che ci ritroviamo di fronte nella battaglia per il trionfo della GIUSTA CAUSA, non come intralci, ma stimoli per la nostra intelligenza e per cercare soluzioni percorribili, e non l'inseguimento del sogno. Questa è la mia traduzione, qui sotto Cundari:

La tentazione di buttar fuori dalla scacchiera i pezzi dell’avversario che intralciano le nostre fantastiche combinazioni e strategie (come faceva Woody Allen) o di spostarli a nostro comodo (come faceva il nano Fischerle) è umana, è comprensibile, è forse in casi estremi persino giustificabile, ma seppure fosse lecito seguirla fino in fondo, ci si può scommettere, non produrrebbe né partite né giocatori migliori. E nemmeno migliori leggi.

Bruno Dente, Rip

Vengo a sapere dalla newsletter di IRS che Bruno Dente è venuto a mancare il 13 gennaio. Lo apprendo quindi con grande ritardo e me ne dispiaccio, ho sempre ritenuto Dente un grande professionista, lucido, equilibrato, competente. Ho trovato questo ricordo in rete che mi pare appropriato.
E' sempre grave la perdita di una persona che ha avuto un ruolo nel rendere questo Paese più moderno e più giusto, ma ora è tutto molto più grave mentre siamo a una svolta delicatissima della storia di questo Paese.
Non ho mai lavorato direttamente con Dente, ma ho avuto modo di apprezzare la sua opera in momenti diversi, e di riceverne suggerimenti e ispirazione. Rip 

Qui una lezione magistrale sulle policy pubbliche

Un nuovo inizio

Il blog Chez_Asa che gestivo dal 2006 è andato perso, probabilmente a metà per colpa mia con una compartecipazione da parte della piattaforma. Sono cose che capitano, è spiacevole, come potete verificare sono spariti i post tra il 2015 e il 2021. Non è stato disperso patrimonio dell'umanità, ma mi sarebbe piaciuto poter ripercorrere riflessioni che hanno molto valore forse per me solo. 
In questi anni ho utilizzato il blog sempre di più come luogo per appuntarmi cose importanti soprattutto per me. Ok, vediamo di utilizzare bene questo nuovo inizio.

Semplice come un sorriso

Cosa pensi del sorriso, che sia un gesto amichevole, che venga apprezzato da tutti?
Forse, ma non è sempre stato così. Lo spiega Giacomo Papi sul Post. Il sorriso comincia ad essere accettato solo a fine 700, prima era ritenuto segno di maleducazione o di pazzia (forse per via di denti marci ed alitosi). Ma un sorriso non fa la felicità

Non c’è alcun legame tra sorriso e felicità per il motivo semplice che il sorriso è un gesto mentre la felicità – se esiste – non è un attimo, non è uno stato di benessere momentaneo, è un processo, una fatica, è qualcosa che si costruisce, un’armonia complessiva con il mondo, pur tra cose noiose, brutte e faticose e qualcuna divertente, bella e preziosa, sentendo di esistere in un modo che ha senso ed è intonato a chi siamo.