Stefano Micelli si occupa da anni di ricerca sull'innovazione, e il sito First Draft che raccoglie le riflessioni del suo gruppo di lavoro tra Tedis e Viu è ricco di spunti.
Nel suo ultimo post Stefano racconta come cambia il retailing a New York, un sforzo di aziende consolidate e di startup per rendere l'esperienza d'acquisto del cliente più personalizzata possibile: alla Converse coprogettano con te in tempo reale la "tua" scarpa, a Suitsupply una sarta ti "aggiusta" il vestito appena acquistato, 3x1 ti fa scegliere la stoffa per i tuoi jeans.
Straordinarie novità? No, semmai un ritorno al passato, quando la bottega artigiana costruiva una relazione personalizzata e unica con il cliente, prima con i nobili e i borghesi, poi via via con un pubblico più vasto.
I grandi magazzini hanno snaturato questa relazione, il pret-a-porter ha abbassato i prezzi, standardizzato le taglie, democratizzato la produzione. E reso asettico il rapporto, salvato solo da grandi professionisti sempre più rari da trovare.
Così ci siamo abituati alle giacche con le maniche appena più corte o lunghe, con i pantaloni senza orlo (e la ricerca di parenti o portiere volonterose), sino al punto di vedere arrotolamenti improbabili.
Personalmente adoro due coniufìgi indiani che hanno aperto un negozietto in Via Goldoni a Milano, dove fanno qualsiasi modifica a prezzi ragionevoli. E intanto mandano il maggiore al Poli e la minore al liceo.
Eppure l'esempio di New York dimostra che uno spazio per una relazione diversa cliente-dettagliante c'é e che non è certo il costo a rendere impossibile il rapporto, bensì l'attenzione. E' capitato anche a me di seguire mia moglie in negozi di Soho in cui i vestiti erano lunghe file ad addobbare le pareti, in un insieme indistinto che lascia la cliente l'incombenza di trovare il "suo" capo. E spesso sono atelier di marche italiane.
Quanto distanti dai pià grandi dettaglianti del mondo, i negozianti dei suk arabi: decine di negozi carichi di merce, tutti simili tra loro. Ma il padrone sta sulla porta, ti sorride, ti invita ad entrare, ti fa sedere e ti offre un the o un caffé.
E la prima frase è: chi sei, da dove vieni?
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