Irene Tinagli, su la Stampa, commenta l'iniziativa che ha preso piede sul giornale: un blog che rivendica per i 30-40enni rispetto e un ruolo nella ripresa del Paese. Si tratta di quelli che Monti aveva definito Generazione Perduta, perché penalizzati fortemente dalle politiche seguite negli ultimi vent'anni.
Tinagli osserva:
Ma il fatto che sia stata ostacolata ed ignorata non significa che non sia una componente fondamentale della vita del paese, che sta contribuendo in modo cruciale alla sua tenuta economica, sociale e demografica.
Si tratta infatti di tredici milioni di italiani in età tra i 30 e 44 anni, due terzi dei quali lavora, costituendo quasi la metà della forza lavoro italiana. Una fascia di età che ha un tasso di occupazione tra i più alti di tutta la popolazione, basta pensare che solo il 55% degli italiani tra i cinquantacinque e i cinquantanove lavora, una percentuale che scende al 20% per i sessantenni e all’8% per gli over 65. Senza contare che è tra i trenta-quarantenni che si formano le nuove famiglie e nascono i bambini che saranno l’Italia di domani. Sono una parte importante del nostro paese, fatta di cittadini che si stanno impegnando con fatica ma anche con determinazione e dignità. Cittadini mediamente molto più istruiti della generazione dei loro genitori (e dei politici che li rappresentano), con esperienze interessanti alle spalle, non novellini come a volte vengono dipinti. Si tratta infatti di persone entrate nel mercato del lavoro tra la metà degli Anni Novanta e i primi anni del Duemila, quando ancora la crisi non era quella di oggi. E anche se i loro contratti erano già quelli atipici che tolgono sicurezze sociali e prospettive di pensioni decenti, hanno però maturato esperienze e competenze che cercano di applicare nei loro lavori. Lavori che coprono tutto lo spettro di attività produttive e di servizi del nostro paese.