Studiare ripaga, scrive l'Atlantic, e pubblica questa grafica che mostra l'andamento dei compensi americani a laureati (specializzati), laureati e diplomati.
Molte famiglie americane, a seguito degli aumenti delle rette, non possono permettersi l'investimento, stimato in 102.000 $ in media su quattro anni (tra spese di iscrizione e mancato guadagno). Il debito d'onore, cioè i prestiti che gli studenti ottengono e ripagano con gli stipendi post laurea sono cresciuti anch'essi e ammontano mediamente a 26.000 $.
Enrico Moretti scrive nel suo libro che le tasse sono lievitate moltissimo in US dal 1980: a Yale da 6210 a 40.500 nel 2011, a Berkeley da 776 a 13.500. Il risultato è che il numero dei laureati, dopo essere cresciuto molto tra gli anni '50 e '60, ha subito un rallentamento e tra l'80 e oggi è passato dal 22 al 26%. Una quota insufficiente a coprire il forte incremento di richiesta dell'economia Usa, coperta con l'immigrazione.
Il NY Times di oggi scrive che Obama intende intervenire cambiando i meccanismi di sovvenzione federali: verrano favoriti gli atenei misurati su diversi parametri: tasse, numero di laureati, debito medio e compenso medio dei laureati, percentuale di iscritti a basso reddito. Inoltre, il finanziamento verrebbe rilasciato alo studente un po' per volta nel corso del semestre, anche in base ai risultati ottenuti, e non in una sola volta all'inizio del semestre.
Le tasse universitarie crescono a seguito dell'aumento di salari e pensioni per il personale, ma anche per il costo nell'aggiornamento delle tecnologie e dei servizi. Le università competono cercando di acquisire i docenti più prestigiosi, ma diventa importante fornire servizi di tutoring durante i corsi e, soprattutto, servizi di supporto all'inserimento lavorativo dei neolaureati. Ciò avviene se l'università promuove all'esterno le sue attività, crea relazioni con la comunità, soprattutto con le imprese.
La torre d'avorio, se mai ha avuto senso, è stellarmente lontana dalle esigenze della società attuale.